Intorno al XII secolo, nelle raffinate corti feudali tra il Sud della Francia e il Monferrato, domina l’immaginario amoroso maschile un Signore assoluto, la Donna, che i poeti provenzali cantano con il termine di Midons (dall’espressione latina meus dominus). A lei è dovuto il servizio dell’amante, così come al dominus è dovuto il servizio del vassallo. È questo il gioco sublime ideato dai trovatori che cantano la fin’amor, l’amore cortese: un fatto senza precedenti. E la musica della loro lingua, che ha sedotto intere generazioni di poeti da Dante a Pound, suona ancora oggi come un miracolo.
La presente antologia, curata dal poeta Roberto Rossi Precerutti, raccoglie una scelta esemplare dei più bei versi di quegli autori, con i testi originali a fronte. In appendice il lettore troverà illuminanti pagine di Georges Duby e di Ezra Pound.
Roberto Rossi Precerutti è nato l’8 giugno 1953 a Torino, dove vive, da famiglia lombardo-piemontese. Fa parte del comitato di redazione della rivista Poesia, che ha ospitato sue traduzioni dal provenzale antico, dal francese, dal catalano e dallo spagnolo. Per i tipi
dell’editore Crocetti ha pubblicato le raccolte di poesia Una meccanica celeste (2000, Premio “Lorenzo Montano” 2001), Elogi di un disperso mattino (2003), Rovine del cielo (2005, Premio “Mondello” 2006, Premio “Camposampiero” 2006, Premio “Val di Comino”
2009) e le antologie Le più belle poesie di Stéphane Mallarmé (1994), Le più belle poesie di Arthur Rimbaud (1995), Torino Art Nouveau e Crepuscolare (2006). Presso le edizioni Viennepierre sono apparsi la silloge poetica Spose celesti (2006) e l’antologia Poeti
per Torino (2008).
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